Zaia: "Bravo il Sindaco di Lucca a vietare il kebab". E si pensa di estendere il divieto anche alla LombardiaMa perché il Ministro Zaia è così arrabbiato con il kebab? Faccio un passo indietro. Qualche giorno fa Mauro Favilla (nella foto), il Sindaco di Lucca attraverso un ordinanza ha vietato:
l’attivazione di esercizi di somministrazione la cui attività sia riconducibile a etnie diverse.
Dice il Sindaco Favilla, che già nel 2000 nel centro storico, oggetto del provvedimento aveva vietato la vendita di pizza al taglio:
Oggi, invece, visto il proliferare di queste attività, per non creare una disparità di trattamento, si è reso necessario applicare alle kebabberie lo stesso limite già applicato alle pizzerie da asporto veloce, e di aggiungerle alla regolamentazione, visto che si tratta di attività di preparazione di cibo che si consuma “al volo”.
Insomma, dal suo punto di vista sarebbe un’ordinanza necessaria a dare ordine e decoro al Centro storico. Ma in pratica a Lucca non si potranno aprire più ristoranti etnici, mentre gelati e panini si potranno continuare a vendere e a consumare in strada.
Il Ministro Zaia ha commentato:
Il sindaco di Lucca è un mio allievo. La delibera che non ammette l’attivazione di esercizi di somministrazione, la cui attività sia riconducibile ad etnie diverse, non scopre alcun filone. Benvengano queste prese di posizione che non sono contro qualcuno, ma a difesa di qualcun altro: i nostri imprenditori agricoli, i nostri cittadini, la storia e l’identità produttiva dei territori che stiamo perdendo.
E mentre il Consiglio comunale di Lucca sta provando a rendere meno restrittiva la norma, in Lombardia pensano invece di estenderla a tutta la Regione: la Giunta ha lanciato una proposta di legge per chiudere i ristoranti etnici su tutto il territorio.
Se abbiamo molti cibi “Made in Italy” lo dobbiamo anche agli arabi. Ad esempio hanno introdotto e diffuso il riso, la canna da zucchero, le melanzane, solo per citarne alcuni. Insomma, speriamo che non si tratti del primo caso di apahrtaid agroalimentare.